Le donne non sanno cosa sia la crisi…

La crisi non ha fatto paura alle donne che non si sono fermate e che tra il 2010 e il 2015 hanno registrato 35mila imprese femminili in più. Il loro aumento rappresenta il 65% dell’incremento complessivo dell’intero tessuto imprenditoriale italiano (+53mila imprese) nello stesso periodo.

Più dinamiche quindi (+3,1% il tasso di crescita nel periodo a fronte del +0,5% degli imprenditori uomini), ma anche sempre più digitali e innovative, più giovani, più multiculturali.

A questo treno in corsa, che oggi conta 1 milione e 312mila imprese femminili (il 21,7% del totale) che danno lavoro a quasi 3 milioni di persone.

Il Rapporto è stato illustrato oggi, 22 giugno, in occasione dell’incontro promosso da Confesercenti sull’imprenditoria femminile.
“Il Rapporto descrive nel dettaglio il mondo femminile dell’impresa e del lavoro, valorizzando il ricco patrimonio informativo del Registro delle imprese delle Camere di commercio”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “Comprendendo il valore e le potenzialità delle donne d’impresa da più di quindici anni il sistema camerale – attraverso la rete dei Comitati per l’imprenditoria femminile – investe su una cultura imprenditoriale che fa della partecipazione femminile un irrinunciabile punto di riferimento”.

Innovare è la parola d’ordine anche tra le donne d’impresa: tra il 2010 e il 2015, le imprese femminili legate al mondo digitale sono aumentate del 9,5% contro il +3% del totale. In valori assoluti, il settore dell’Information and communication technology a trazione femminile è aumentato di circa 1.800 unità, passando dalle 18.700 del 2010 alle 20.500 del 2015. Anche nel mondo delle startup innovative i progressi sono evidenti: se nel 2010 le startup innovative femminili erano solo il 9,1% del totale, nel 2014 sono diventate il 15,4%, pari a circa 600 imprese.

Tra le attività maggiormente diffuse, la produzione di software e consulenza informatica (pari al 24,3% del totale start up femminili), ricerca e sviluppo (17,4%) e fornitura di servizi di ICT (13,7%).

Che dire?… Evviva le donne sempre più super tecnologiche!!!

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